Quando ero piccolissimo, il modo escogitato dai miei genitori per farmi stare tranquillo, era mettermi sullo sdraio e accendere un vecchio registratore a bobine con musica classica; quella che mi mandava in visibilio era Grand Canyon suite di Ferde Grofè. Venivo ipnotizzato dai suoni e mi calmavo stupefatto.
In casa mia non è mai mancata la musica, i miei genitori ne sono sempre stati amanti, soprattutto della classica da cui è partita la mia cultura personale.
Non sono mai mancati neppure gli strumenti musicali; l’organo è sempre stato presente e ricordo un vecchio organo Hohner sul quale ho cominciato a premere i primi tasti, seguito da un bellissimo Thomas 2 tastiere più pedaliera e addirittura sezione Leslie incorporata, acquistato usato da un amico, sul quale troneggiava una piccola tastiera della quale mio padre si disinteressava ma che attraeva irresistibilmente la mia attenzione, un Moog Satellite, il mio primo sintetizzatore.
All’età di 7 anni ho iniziato lo studio del pianoforte col maestro Alfredo Speranza ma la mia attrazione per i sintetizzatori è stata sempre fortissima. Al tempo del liceo, grazie ad un caro amico di scuola, venni a contatto con nuovi generi musicali ed artisti che rapirono la mia attenzione quali: Brian Eno, Harold Budd, Jon Hassell e tutta la schiera di musicisti che facevano ricerca e musica ambient. Conobbi anche un mio grande ispiratore, Vangelis Papathanassiou, già in grado di creare 30 anni fa sonorità impensabili. Grazie ad un amico che aveva un negozio di strumenti musicali ho avuto la fortuna di poter affittare le più famose tastiere degli anni ’80: Korg, Roland, Yamaha e tante altre; la mia passione era studiarle e programmare suoni.
Negli anni ’90 i miei interessi si sono allargati anche all’hi-fi di quasi tutte le fasce e al mondo del computer. Questo oggi mi aiuta moltissimo e crea di me un ricercatore senza tregua, applicando per l’appunto la tecnologia alla musica senza troppa fatica.